Giornata della Memoria
venerdì 27 gennaio 2006 dalle ore 09.00 presso la Rocca Paolina di Perugia
Programma
Comunicato Stampa: Che non sia vuoto di Memoria
Il giorno 27 Gennaio p.v. a Perugia presso il C.E.R.P. sito alla Rocca Paolina,
la Consulta Provinciale degli Studenti, in particolare le commissioni "Arte
e creatività" e "Solidarietà", ha deciso di far
vivere attivamente ai propri coetani il giorno della Memoria, anniversario della
liberazione del campo di sterminio di Auschwitz. Il Centro Servizi Amministrativi
di Perugia e la Provincia di Perugia Assessorato Pubblica Istruzione hanno creduto
opportuno di supportare noi studenti nell’organizzazione che ci vede protagonisti
in un evento così significativo, dandoci pertanto la possibilità
di interrogarci sulle domande e sulle possibili risposte che ci si può
porre a livello individuale e a livello di società complessa. Ha senso
suscitare una memoria storica così forte, unica, su un evento così
remoto? Di fronte a quali problemi ci pone? Ed è sempre stato così
in passato? perché dobbiamo ricordare? E che cosa "bisogna"
"ricordare?
Leonardo Esposito, presidente della CpS di Perugia, racconta
come sia importante ricordare il Male nelle sue estreme efferatezze e conoscerlo
bene anche quando si presenta in forme apparentemente innocue: non fermarsi
alla Shoah, ma interrogarsi, attualizzandone il significato, sul perchè
avvengono questi eccidi e quale sia realmente il fine della Giornata della Memoria.
E proprio questo è ciò che i ragazzi della Consulta vogliono far
traspirare attraverso mostre fotografiche, visione di filmati, testimonianze,
interviste, conferenze, spettacoli teatrali e spazi espositivi sui lavori delle
scuole.
La consapevolezza che la Shoah ha rappresentato una rottura
epocale nel nostro passato è emersa tardi e lentamente nella coscienza
europea ma ora, lungi dall'attenuarsi, sembra sempre più rafforzarsi.
Non si è verificato quel che più temevamo: la perdita della memoria.
Avevamo paura che l'oblio naturale, dovuto alla scomparsa dei testimoni e all'emergere
di nuove tragedie, avrebbe attenuato o cancellato la ferita. Inoltre, temevamo
di banalizzare la Shoah inserendola nella storia, di giustificarla spiegandola.
E ancora, temevamo la trama di quanti costruivano su menzogne e argomentazioni
tendenziose la loro negazione di quegli eventi. E per questo avevamo posto paletti
e tabù. Lentamente, senza eccessi e quasi senza traumi, i paletti cadono,
i tabù perdono vigore, e scopriamo che non c'era bisogno. O forse, che
non ce n'è più bisogno. Tra questi tabù, ha a lungo dominato
quello dell'unicità della Shoah, della sua terrorizzante singolarità:
l'idea che essa sia stata un evento fuori dalla storia, un unicum di fronte
al quale si può solo trasmettere memoria.
Antonella Buono V Bn
Liceo Scientifico "G.Marconi" Foligno
componente C.P.S. commissione arte e creatività