Rapporto di ricerca (PDF 1440Kb)
Presentazione del Direttore Generale U.S.R. per l'Umbria
La migrazione non è un fenomeno nuovo né insolito. Il movimento
di persone alla ricerca di condizioni migliori di vita è antico quanto
l'umanità ed è parte integrante della sua storia. Il numero dei
migranti viene attualmente stimato in circa 191 milioni, la maggior parte dei
quali si concentra nei paesi ricchi del nord del mondo. Tuttavia esso si presenta
oggi in Italia e, in particolare nella regione Umbria, con due caratteristiche
di assoluta novità: quella che fino a poco tempo fa era una terra di
emigrazione, e di cui tutti abbiamo testimonianza nelle nostre conoscenze o
addirittura biografie personali, è diventata luogo di immigrazione. Il
museo dell'emigrazione di Gualdo Tadino rappresenta un interessante e tangibile
testimonianza per le più giovani generazioni di quanto l'emigrazione
ci sia temporalmente vicina e, detto per inciso, un luogo che i nostri alunni
farebbero bene a visitare. L'altra caratteristica è la rapidità
del fenomeno. Se lo si esamina da quell'osservatorio privilegiato che è
la scuola, e più avanti spiegherò perché privilegiato,
nella nostra Regione nel giro di pochi anni si è passati dal 3,12 % di
presenze di alunni con cittadinanza non italiana, rilevate nell'anno scolastico
2000-01, al 10,73 del 2006-07. Una tendenza in linea con i dati nazionali, ma
che investe le varie aree del Paese in modo molto differenziato, interessando
soprattutto le regioni economicamente più dinamiche.
Secondo i dati più recenti del Ministero della Pubblica Istruzione,
l'Umbria è la seconda regione per percentuale di alunni con cittadinanza
non italiana. Se da un lato è questo un indicatore della vitalità
della Regione, dall'altro pone la scuola, e più in generale la società,
umbra di fronte a compiti molto impegnativi: non solo quello dell'integrazione
dei nuovi arrivati ma anche quello della predisposizione di condizioni e strumenti
culturali e sociali per un'accoglienza ottimale.
La scuola è un osservatorio privilegiato in quanto, essendo l'istruzione
un diritto fondamentale, essa è uno dei primi luoghi di contatto che
il cittadino non italiano ha con il Paese che lo ospita; non solo ma è
anche il luogo primario di incontro e integrazione con le popolazioni autoctone.
Nel cortile della scuola la bambina cinese gioca con il bambino perugino, ed
è sempre in un aula scolastica che lo studente ternano siede accanto
allo studente nato in Marocco.
Nella piena consapevolezza di quanto cruciale sia la scuola nel processo di
integrazione, l'Ufficio Scolastico Regionale dell'Umbria ha voluto promuovere
un'indagine tra i docenti per cercare di capire quali nuove domande, oserei
dire quali sfide, pone alla scuola umbra e più in generale italiana,
la rapida e massiccia presenza di alunni con diversi retroterra linguistici
e culturali, con particolare riferimento ai nuovi bisogni formativi dei docenti.
Nell'affrontare una problematica così articolata e ricca di implicazioni
non si poteva non far riferimento ad una grande risorsa che abbiamo la fortuna
di avere nel territorio: l'Università per Stranieri di Perugia, un'istituzioni
che ha maturato una lunga esperienza nel campo non solo della didattica della
lingua italiana ai parlanti altre lingue ma anche dell'educazione interculturale
e che ha fatto di questa un vero e proprio modus vivendi.
L'Università ha prontamente accolto la nostra richiesta, sulla scia
di un rapporto di collaborazione consolidatosi nel tempo; ne è scaturito
un progetto di ricerca di cui il presente Rapporto è una sintesi.
Preme qui anche ringraziare i docenti che hanno scrupolosamente compilato i
questionari e i dirigenti delle scuole che hanno preso parte alla ricerca, senza
il cui contributo non sarebbe stato possibile disporre di una così ricca
e preziosa fonte di informazioni.
Il Rapporto offre uno spaccato della complessa e talvolta contraddittoria realtà
dell'integrazione; due dati emergono con eclatante evidenza ed essi meritano
essere sottoposti all'attenzione dei vari livelli decisionali della politica
scolastica: la necessità impellente di una formazione di base e in servizio
dei docenti sulle problematiche connesse all'integrazione degli alunni con cittadinanza
non italiana e l'urgenza di incrementare le competenze metodologiche nell'insegnamento
della lingua italiana in contesti plurilingui.
Il Rapporto viene licenziato con l'auspicio che possa fornire un contributo
conoscitivo, modesto ma significativo, alla riflessione sulle problematiche
sempre più pregnanti dell'integrazione degli alunni di cittadinanza non
italiana.
Nicola Rossi
(Direttore Generale U.S.R. per l'Umbria)